Laboratorio Politico della Destra Identitaria e Creativa


lunedì 27 aprile 2009

"L'Aquila mè"


Sono tornato a L'Aquila. I lavori parlamentari sono sospesi. Da lunedì un altro collega sarà qui con la Croce rossa militare. Nessuno ne parlerà ed è giusto così. Travaglio non potrà, almeno stavolta, fare le sue tirate giacobine sulla Casta. Anzi, gli antipolitici alla Di Pietro si sono fatti notare per la loro totale assenza in questo momento di emergenza nazionale e umana. Si è dimostrato credo finalmente chi sa solo parlare e chi fa anche ualcosa. Travaglio - da Santoro - si è confermato la palma di uomo peggiore d'Italia. Con buona pace di chi - anche tra i nostri - vantava con lui addirittura un'amicizia... In questi momenti ci si riconosce. I mitomani si dimostrano per quello che sono e così i chiacchieroni. Poi ci sono i disfattisti, i seminatori di zizzania, quelli che sanno solo parlare male di tutto e di tutti e i nemici della collettività. Chi fa le cose solo per interesse e chi - inaspettatamente - tira fuori cuore e palle. Questi momenti insegnano a tutti, molto anche su se stessi.
A L'Aquila ho reincontrato - sul campo - alpini della Taurinense conosciuti a Kabul e paracadutisti incontrati in Libano. Molti forestali conosciuti negli anni passati. Tutti i nostri ragazzi dell'Aquila sono al lavoro. La solidarietà è palpabile. Ma il timore di tutti noi è che si esaurisca con l'emergenza. Ci si ricorderà ancora dell'Aquila tra venti giorni? Tra un mese? Quando verrà l'estate e tanta gente sarà ancora sotto le tende? Quando verrà il caldo?
Queste sono le riflessioni di quasi una settimana. Invidio chi riesce a tenere "diari" ma non capisco dove trovino il tempo e le energie. Sarà l'età, ma io dopo una giornata in queste condizioni mi sento completamente vuoto, stanco e il cervello mi si spegne. Devo stare almeno mezza giornata a Roma per riprendermi. Immaginate come stanno gli altri.
Poche ultime precisazioni sugli aiuti necessari. Venire a L'Aquila in maniera improvvisata non è solo inutile, è dannoso. Dare da mangiare e da dormire a volontari fai da te significa togliere il sostentamento a chi ne ha veramente bisogno. Improvvisarsi soccorritori crea disagio alle squadre di soccorso vere e genera rischi inutili per le persone. I soldi vanno sempre bene - molto meglio dei "beni" - perché le organizzazioni possono usarli di volta in volta per ciò di cui c'è bisogno. State attenti a chi li date. C'è già un mucchio di truffatori in giro e - anche in questo campo - disperdere in mille rivoli è totalmente inutile. Con la Croce rossa e la Protezione civile andate sul sicuro. Per favore non fate cose con firme politiche, è disgustoso.
Sono girate varie sollecitazioni a mettere a disposizione le proprie case per ospitare i terremotati, magari bambini orfani. Grazie per le tante offerte ma si tratta di un grande equivoco. Purtroppo in questo tipo di tragedie ci sono più genitori che perdono i figli piuttosto che bambini che perdono i genitori. Che io sappia a tutt'oggi non risulta che nessuno sia rimqsto orfano. Gli adulti reagiscono prima al pericolo e quando uno non riesce a portare fuori i bambini resta sotto con loro. Sono state trovate molte salme di madri col bambino tra le braccia.
Nessun abruzzese darebbe un proprio figlio a degli sconosciuti, nemmeno se lo facessero vivere in una villa ai Parioli. Se è un parente forse sì, ma altrimenti preferiscono farlo dormire in macchina con sé, il più vicino possibile a casa, anche se è distrutta. Uno dei problemi che i soccorritori stanno incontarndo è la frammentazione delle tendopoli, che ognuno vuole nel proprio paese o nella propria frazione, anche se distano un chilometro l'una dall'altra. Quando a Porta a Porta hanno fatto vedere dei cittadini di Onna che si lamentavano per la mancanza di tende, sin sono guardati bene dal dire che c'era una tendopoli della Cri a San Gregoria, raggiungibile a piedi. Il fatto è che uno di Onna vuole restare a Onna anche se è distrutta. E la stessa cosa direbbe uno di San Gregorio. Ben presto sarà necessario accorpare i campi, per razionalizzare i servizi, e allora si leveranno proteste e lamentele che i media sicuramente sfrutteranno, tanto per sciacallare e fare casino. Infine: congratulazioni ai tanti colleghi giornalisti che hanno fatto un buon lavoro senza mancare di rispetto e correttezza, ma la maggior parte purtroppo si sono comportati da sciacalli e da imbecilli. A parte le mostruosità mostrate da scherzi ha parte, ho visto personalmente fotografi e operatori spintonare i vigili del fuoco e i nostri portantini la notte di martedì alla Casa dello studente, per riprendere i corpi che ancora venivano tirati fuori. E anche rispondere male a un ragazzo sopravvissuto, avviluppato in una coperta e restato tutto il giorno ad aspettare di conoscere la sorte dei suoi amici, che li aveva apostrofati accusandoli di fare soldi sulle immagini delle nostre sofferenze. Bisogna dire che i giornalisti fanno di tutto per non farsi amare.

On. Marcello De Angelis

venerdì 24 aprile 2009

RIUNIONE AZIONE GIOVANI

Sabato 25 aprile alle 15.00 i tesserati e i simpatizzanti di Azione Giovani sono invitati a partecipare alla riunione che si terrà in via B. Iatosti 12 ad Avezzano (ex federazione marsicana di Alleanza Nazionale, angolo via XX Settembre) con il seguente ordine del giorno:

1) Presentazione del nuovo direttivo provinciale.
2)Analisi delle prospettive in vista della nascita del PDL GIOVANI.
3)ORGANIZZAZIONE INIZIATIVE DI BENEFICENZA per le aree colpite da terremoto.

Vi aspetto numerosi


Pasqualino Favoriti

giovedì 9 aprile 2009

"Non lasciamoli soli"


Giovedì 16 Aprile di fronte a tutte le scuole, raccolta fondi per gli sfollati Abruzzesi. Adesione al progetto del Ministero della Gioventù.

sabato 4 aprile 2009

Oggi come ieri, niente da festeggiare.

Da: www.azionegiovani.org

Il tempo passa ma certe cose non cambiano. Qualcuno potrebbe dire che la Slovenia “perde il pelo ma non il vizio”. A distanza di un anno dai fatti di Roditti (durante i quali una comitiva di esuli istriani era stata multata per manifestazione non autorizzata nel tentativo di depositare una corona di fiori su una foiba), la storia si ripete. Ed il leit motiv sembra essere sempre quello: nella europea e democratica Repubblica di Slovenia ricordare chi fu infoibato dai partigiani titini sembra tutt'oggi impossibile. Si, perchè il 28 febbraio 2009 un gruppo di anziani esuli istriani e parenti di infoibati, è stato fermato a poche decine di metri dalla foiba di Golobivnica da una folla di manifestanti (non autorizzati...): alcuni vestiti da partigiani titini, altri con le bandiere della Jugoslavia, ed altri ancora con i triolori con la stella rossa. Tutti gridando in coro slogan d'altri tempi quali “smrt fašizmu, svoboda narodu” (morte al fascismo, libertà al popolo), intonando vecchie canzoni dei partigiani jugoslavi e inveendo contro la comitiva con provocazioni e insulti quali “porci italiani” e “sporchi fascisti” (insulti, a detta dei presenti, rivolti anche al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al Sindaco di Trieste, definiti entrambi "fascisti"). Da segnalare la presenza in prima fila di alcuni bambini in divisa partigiana e titovka in testa con la stella rossa e la falce e martello... Insomma, per un'ora circa è sembrato che il tempo si fosse fermato agli anni quaranta. Gli anziani giunti li in mattinata (loro invece autorizzati...) si sono visti negare il sacrosanto diritto di ricordare parenti, amici e conoscenti infoibati, sotto gli occhi e l'indifferenza della polizia locale. La Slovenia si era già contraddistinta in passato per aver tenuto nei confronti degli italiani uno spirito democratico molto limitato a determinate vedute: anni fa un gruppo di militanti di Azione Giovani venne fermato dalla polizia locale per aver portato dei fiori sulle tombe abbandonate del cimitero italiano di Capodistria.
Ma tutti questi episodi sembrano non scomodare nessuno. Tutti restano impassibili ed indifferenti davanti a dei fatti che, al contrario, dovrebbe far scandalizzare l'Italia intera. È chiaro che in Slovenia, così come in Croazia, molti non hanno fatto i conti con il loro passato che anzi, ogni anno sembra tornar fuori con connotazioni che sono del tutto estranee ad un paese democratico ed europeo. E questi episodi sono ancor più gravi perchè legittimati dall'indifferenza di tutti, ed emulati da una parte della minoranza slava a Trieste che ogni primo maggio tappezza l'Altipiano di stracci rossi che nulla hanno a che vedere con la festa dei lavoratori. Perchè per qualcuno la “festa” inizia già il 30 aprile, data in cui le truppe di Tito entrarono a Trieste...e nella stessa periodo ogni anno vengono esposte numerose bandiere Jugoslave da qualcuno che la storia sembra averla studiata poco.
Dopo quasi 60 anni ci è stato detto che i tempi erano maturi per una riconciliazione tra l'Italia e le repubbliche nate dopo il crollo della Jugoslavia. Ci è stato detto che l'Europa sarebbe stata un catalizzatore affinchè determinati valori entrino a far parte anche di quegli stati che, fino a pochi anni fa, erano guidati da una cultura ideologica ben precisa. Tuttavia, dimenticando anni di persecuzioni, espropri e violenze, le autorità locali e nazionali erano a festeggiare la caduta dei confini. Noi non c'eravamo, consapevoli del fatto che i tempi non erano maturi e sostenendo che l'Europa non si poteva fare con i brindisi, i festeggiamenti e i balletti, dando, allo stesso tempo, un colpo di spugna al passato. Noi, quel giorno, abbiamo preferito passarlo lungo il confine muggesano, ricordando tutto ciò che altri hanno voluto dimenticare: migliaia di italiani infoibati, 350.000 esuli e la più totale indifferenza per i crimini perpetrati dal maresciallo Tito.
Oggi come ieri, e forse più di ieri, diciamo che per noi non c'è niente da festeggiare!

Azione Giovani Trieste