Laboratorio Politico della Destra Identitaria e Creativa


venerdì 20 marzo 2009

Università: ancora scontri e proteste

comunicato stampa
Da Azione Universitaria L'Aquila:



«Chi muove queste proteste è la vera causa dei problemi dell'Università».

«La protesta che in questi giorni sta animando le università italiane, ateneo aquilano incluso, ha del grottesco. Infatti, quello che vediamo è un movimento studentesco senza autonomia, guidato da Rettori con il megafono e da Presidi con striscioni che animano i cortei. Chi muove queste proteste è la vera causa dei problemi dell'Università» - afferma Alfonso Magliocco, dirigente nazionale di Azione Universitaria.
«Sprechi, clientele, concorsi truccati, inutilità della laurea, corsi universitari che si moltiplicano, professori assenti, il mercato nero degli affitti studenteschi, bilanci con voragini, carriere per cooptazione, inefficienze, baroni: questi sono i mali dell’università. Da anni contestiamo questo sistema accademico, contro cui ogni manifestazione è sacrosanta. Siamo disgustati però da una protesta di ruffiani faziosi che manipolati dai baroni trascinano in piazza studenti in buona fede. Si tratta di proteste preventive, una sorta di intimidazione politica al Governo messa in atto dal potere accademico per evitare che l'università venga riformata. Questi cortei sono inquinati dal peggior potere accademico che punta alla difesa dei propri privilegi corporativi. In nome di una distorta visione ideologica, causa dell’attuale declino dell’università italiana, si sta gettando al vento una grande opportunità, quella di cambiare realmente il sistema universitario italiano. I rettori, che oggi protestano dovrebbero assumersi le proprie responsabilità: negli ultimi anni hanno gestito l’università come una ente personale, hanno deciso consulenze, assunzioni di personale tecnico/amministrativo, bandito concorsi ad hoc per parenti ed amici; hanno, insomma, costruito un sistema teso allo sperpero di denaro pubblico con il solo fine di distribuire prebende. Oggi si scandalizzano per i tagli effettuati dal governo, che sono senz’altro significativi, ma non hanno mai levato la propria voce per denunciare e porre rimedio all’utilizzo di più del 90% delle risorse che lo Stato mette a disposizione dell’Università per pagare gli stipendi, lasciando soltanto le briciole (10%) per le spese correnti, la didattica e il diritto allo studio. Con quale diritto, ora, si ergono a difensori dell’Università italiana?»
«Facciamo, infine, appello - conclude l’esponente di Azione Universitaria – a tutti quegli studenti e docenti stufi di sentire slogan preconfezionati e che hanno realmente a cuore il futuro dell’Università italiana a prendere le distanze da questa protesta, palesemente strumentale e a confrontarsi, attraverso una critica realmente costruttiva, sui veri problemi dell’Università».

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