Laboratorio Politico della Destra Identitaria e Creativa


domenica 9 gennaio 2011

Meloni: ecco le misure per i giovani

Da: http://giorgiameloni.garbatella.it/

Il ministro della Gioventù respinge le accuse mosse al governo di non aver ascoltato le voci della protesta in piazza

di FLAVIA AMABILE

Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, il presidente della Repubblica lamenta il distacco tra il governo e i giovani. E’ d’accordo?

Innanzitutto ringrazio il presidente della Repubblica perché ha scelto di mettere i giovani al centro della politica. Nessuno può pensare che la condizione giovanile sia un problema che riguarda i singoli e non la collettività. E’ necessario preoccuparsi non solo di noi ma anche di quello che lasceremo dopo di noi. Certo, è vero, esiste un problema tra la politica e la gente. E’ un momento di difficoltà, e il qualunquismo dei media che propongono della politica solo gli aspetti deteriori della politica non aiuta. Chi fa qualcosa di serio fatica a ottenere visibilità, chi invece insulta ottiene pagine che di sicuro non fanno altro che allontanare ancora di più i giovani dalla politica.
In realtà però non sono d’accordo sul fatto che i giovani siano lontani dalla politica. Mi occupo di questo da quasi 20 anni, ho iniziato da ragazzina e sono ancora presidente di un movimento giovanile. Continuo a vedere un grande interesse, una grande partecipazione. E in fondo, se ci si pensa, quarant’anni fa era più facile. In pieno boom economico esistevano più sicurezze economiche e garanzie. Oggi la precarietà porterebbe a preoccuparsi solo della propria affermazione personale, invece in tanti scelgono ancora di fare volontariato in un movimento politico dimostrando molto più coraggio e voglia di partecipare. Non credo quindi che esista uno scollamento tra politica e giovani.

Tra politica e giovani forse no, ma tra giovani e istituzioni sì. E’ questo che in realtà lamenta chi è sceso in piazza a protestare contro la riforma dell’università.

No, non corrisponde alla realtà nemmeno quest’affermazione. Il nostro è il governo che ha avuto il coraggio di affrontare i problemi che altri avevano rinviato. Forse non vuol dire preoccuparsi dei giovani rimerrere in piedi un sistema di scuola e università che oggi non prepara gli studenti, nè li rende competitivi e in grado di trovare lavoro? Potevamo preoccuparci di garantire il posto di lavoro a quelli che lavorano oggi all’interno di scuole e università e invece abbiamo preferito pensare ai tanti che dovranno trovare un lavoro in futuro. E’ una scelta che non porta voti ma forse può creare un futuro per molti. Eppure chi protesta non si rende conto di tutto questo né del fatto che siamo il governo che ha creato ammortizzatori sociali per i precari e che sta costruendo tavoli di lavoro per discutere con i giovani di molti argomenti, dalla lotta alla mafia alla realizzazione di attività produttive.

Ma siete il governo che ha tagliato i fondi per l’istruzione.

I tagli c’erano e sono stati ripristinati. La riforma distribuisce le risorse secondo il merito. Erano anni che il movimento studentesco lo chiedeva. Gli studenti valuteranno i professori, anche questa era una delle richieste. Chi è titolare di una cattedra dovrà dimostrare di lavorare per 1500 ore l’anno. E poi si vieta l’ingresso negli atenei all’intero albero genealogico dei docenti. Come si fa a protestare contro una riforma così?

I tagli ci sono stati. Anche sulle borse di studio le cifre parlano chiaro.

I tagli sono stati del 3% in totale. Abbiamo dovuto trovare 34 miliardi per gli ammortizzatori sociali per i precari, una cifra pari a quasi tre leggi finanziarie, da qualche parti si doveva diminuire le risorse ma i tagli all’università sono stati i più contenuti. Soprattutto se pensiamo che è un settore in cui il 90% della spesa è per gli stipendi da pagare. E che dal 1999 i docenti sono cresciuti del 24% ma gli studenti olo del 7%. Era un problema da affrontare, e lo abbiamo fatto proprio perché ci interessa il futuro dei giovani

I giovani accusano il governo di non averli ascoltati.
Il Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari) ha avuto molti incontri per mettere a punto la riforma. E io ho sempre detto di essere disponibile ad andare a parlare ovunque, ma sapete che cosa accade se vado in un’università? Che la mia presenza diventa un problema di ordine pubblico.

Anche il presidente della Repubblica però vi ha invitati a ascoltare i giovani

E io lo ringrazio per aver parlato di giovani ma non è questo il governo che non ha a cuore i giovani. Nonostante io sia titolare di un ministero senza portafoglio e nonostante la crisi, ho trovato 300 milioni e messo a punto un pacchetto di norme che abbiamo chiamato “Diritto al Futuro”. Faremo assumere 10 mila giovani disoccupati o precari che abbiano meno di 35 anni e figli, offriremo garanzie bancarie a 10 mila coppie precarie di meno di 35 anni che non riescono ad accedere ad un mutuo. Abbiamo previsto il prestito d’onore per 30 mila studenti meritevoli e l’inserimento di 20 mila giovani nel mondo del lavoro. Finanzieremo al 40% i progetti dei giovani talenti. e abbiamo anche aperto 21 punti di consulenza gratuita nelle università per i ragazzi che vogliano avviare un’attività imprenditoriale e non sanno come si fa perché non sono figli d’arte. Abbiamo allargato gli ammortizzatori sociali a categorie di precari per la prima volta nella storia della Repubblica. Siamo davvero sicuri che questo governo non ascolti i giovani?

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