Laboratorio Politico della Destra Identitaria e Creativa


sabato 4 aprile 2009

Oggi come ieri, niente da festeggiare.

Da: www.azionegiovani.org

Il tempo passa ma certe cose non cambiano. Qualcuno potrebbe dire che la Slovenia “perde il pelo ma non il vizio”. A distanza di un anno dai fatti di Roditti (durante i quali una comitiva di esuli istriani era stata multata per manifestazione non autorizzata nel tentativo di depositare una corona di fiori su una foiba), la storia si ripete. Ed il leit motiv sembra essere sempre quello: nella europea e democratica Repubblica di Slovenia ricordare chi fu infoibato dai partigiani titini sembra tutt'oggi impossibile. Si, perchè il 28 febbraio 2009 un gruppo di anziani esuli istriani e parenti di infoibati, è stato fermato a poche decine di metri dalla foiba di Golobivnica da una folla di manifestanti (non autorizzati...): alcuni vestiti da partigiani titini, altri con le bandiere della Jugoslavia, ed altri ancora con i triolori con la stella rossa. Tutti gridando in coro slogan d'altri tempi quali “smrt fašizmu, svoboda narodu” (morte al fascismo, libertà al popolo), intonando vecchie canzoni dei partigiani jugoslavi e inveendo contro la comitiva con provocazioni e insulti quali “porci italiani” e “sporchi fascisti” (insulti, a detta dei presenti, rivolti anche al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al Sindaco di Trieste, definiti entrambi "fascisti"). Da segnalare la presenza in prima fila di alcuni bambini in divisa partigiana e titovka in testa con la stella rossa e la falce e martello... Insomma, per un'ora circa è sembrato che il tempo si fosse fermato agli anni quaranta. Gli anziani giunti li in mattinata (loro invece autorizzati...) si sono visti negare il sacrosanto diritto di ricordare parenti, amici e conoscenti infoibati, sotto gli occhi e l'indifferenza della polizia locale. La Slovenia si era già contraddistinta in passato per aver tenuto nei confronti degli italiani uno spirito democratico molto limitato a determinate vedute: anni fa un gruppo di militanti di Azione Giovani venne fermato dalla polizia locale per aver portato dei fiori sulle tombe abbandonate del cimitero italiano di Capodistria.
Ma tutti questi episodi sembrano non scomodare nessuno. Tutti restano impassibili ed indifferenti davanti a dei fatti che, al contrario, dovrebbe far scandalizzare l'Italia intera. È chiaro che in Slovenia, così come in Croazia, molti non hanno fatto i conti con il loro passato che anzi, ogni anno sembra tornar fuori con connotazioni che sono del tutto estranee ad un paese democratico ed europeo. E questi episodi sono ancor più gravi perchè legittimati dall'indifferenza di tutti, ed emulati da una parte della minoranza slava a Trieste che ogni primo maggio tappezza l'Altipiano di stracci rossi che nulla hanno a che vedere con la festa dei lavoratori. Perchè per qualcuno la “festa” inizia già il 30 aprile, data in cui le truppe di Tito entrarono a Trieste...e nella stessa periodo ogni anno vengono esposte numerose bandiere Jugoslave da qualcuno che la storia sembra averla studiata poco.
Dopo quasi 60 anni ci è stato detto che i tempi erano maturi per una riconciliazione tra l'Italia e le repubbliche nate dopo il crollo della Jugoslavia. Ci è stato detto che l'Europa sarebbe stata un catalizzatore affinchè determinati valori entrino a far parte anche di quegli stati che, fino a pochi anni fa, erano guidati da una cultura ideologica ben precisa. Tuttavia, dimenticando anni di persecuzioni, espropri e violenze, le autorità locali e nazionali erano a festeggiare la caduta dei confini. Noi non c'eravamo, consapevoli del fatto che i tempi non erano maturi e sostenendo che l'Europa non si poteva fare con i brindisi, i festeggiamenti e i balletti, dando, allo stesso tempo, un colpo di spugna al passato. Noi, quel giorno, abbiamo preferito passarlo lungo il confine muggesano, ricordando tutto ciò che altri hanno voluto dimenticare: migliaia di italiani infoibati, 350.000 esuli e la più totale indifferenza per i crimini perpetrati dal maresciallo Tito.
Oggi come ieri, e forse più di ieri, diciamo che per noi non c'è niente da festeggiare!

Azione Giovani Trieste

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